Amore eterno

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    Phiona

    Hai affondato i tuoi occhi dritti nei miei e io mi sono sentita perduta per sempre.
    Sei passato fra le due ali di persone circondato dai tuoi collaboratori e dalle guardie del corpo, salutando qui e là, col tuo sorriso da divo e il passo sicuro.
    Non sapevo chi eri, se non quel poco che mi serviva per il mio lavoro di quel giorno, una specie di hostess che ti doveva accompagnare fino dal Direttore Generale.
    Poi sarei potuta tornare alla mia scrivania e alle mie mansioni...almeno lo credevo.
    Ti ho visto da una finestra, scendere dall'elicottero che ti aveva portato fino alla pista di atterraggio sul tetto, sparire dentro l'edificio e ricomparire a pochi passi da me dopo dei brevi saluti con il pilota. Lì nell'atrio, in disparte, io dovevo attenderti, salutarti e dirti semplicemente "Se mi vuole seguire signor Khan, l'accompagno dal Direttore". Solo poche parole, le uniche che ti avrei rivolto prima di precederti di pochi passi, lungo il corridoio.
    Mi hai guardato, mi hai sorriso e io ho pensato che non avevo visto un sorriso più bello del tuo.

    Shah

    L'incontro di quel giorno era il più importante dell'anno. Una famosa casa di produzione con cui siglare un accordo e che legandosi alla mia, la Red C.P. , ci avrebbe consentito di fare un balzo in avanti nel mondo al di fuori di Bollywood.
    Le mie doti di attore esperto forse mi avrebbero aiutato quel giorno, forse il mio essere un uomo "fuori dal comune" ma nulla di ciò che sapevo fare mi aveva preparato all'incontro con te.
    Ero sceso dall'elicottero dopo quel breve volo dall'aeroporto chiedendomi come mai nessuno della dirigenza era lì ad attendermi. Mi stavo guardando intorno, fra i volti più o meno conosciuti del mio staff e dei piloti e appena varcai la soglia dell'edificio ti trovai lì ad attendermi.
    Sei rimasta per qualche istante immobile, tanto da permettermi di vedere i tuoi occhi verdi leggermente a mandorla, le labbra socchiuse, dipinte con un lucido rosa che le facevano apparire così morbide da volerle assaggiare subito.
    Perchè ti sembrerà strano, anima mia, ma il mio primo pensiero appena ti ho vista è stato proprio quello: assaggiare le tue labbra.


    - Se mi vuole seguire signor Khan, l'accompagno dal Direttore – sussurò la ragazza, con la voce un pò incerta, cercando di distogliere gli occhi dall'ospite per poi voltarsi, iniziando a camminare daventi a lui. Shah guardò i tuoi fianchi ondeggiare leggermente, dentro ai pantaloni che stretti al punto giusto non facevano che aumentare l'intensità di ciò che sentiva dentro ai suoi
    Ammise a sè stesso che avrebbe voluto vederla inciampare, per potersi gettare su di lei, prenderla per mano e fingendo troppo impeto tirarla contro di se in un abbraccio. Avrebbe finto di scusarsi del gesto maldestro, annusando il profumo della sua pelle da vicino, facendo scorrere il suo alito caldo su quel collo bianco e delicato, mentre il corpo avrebbe fatto sentire al suo quanto la voleva e la desiderava.
    Non era mai stato un riflessivo ma un'impetuoso piuttosto, e quel primo incontro con lei, lo dimostrava oltre ogni limite.
    Phiona bussò alla porta del suo principale con un gesto misurato e delicato, annunciò l'ospite e si fece da parte per lasciarlo passare. Di nuovo a pochi centimetri da lei, il corpo di Shah fece sentire il desiderio pressante di possederla.
    Strinse la mano al Direttore e lui gli sorriso, con fare complice. Aveva capito.
    Phiona, per favore, ci porti del caffè – disse
    Subito signor Direttore -
    Ragazza bellissima non trovi? - si sentì chiedere Shah dal futuro socio – fa nascere desideri peccaminosi dal primo momento che la vedi.. -
    Era così evidente? - chiese a sua volta
    Non per tutti – rispose sorridendo sornione. Allora Shah capì che era come lui: un immortale.
    Sono Ralph Fenton – disse tendendo la mano
    Scozzese? - chiese l'indiano
    Esattamente di Sterling, ad essere precisi. E sempre lì sono diventato ciò che sono – disse alludendo alla cosa che li rendeva simili.
    Phiona interruppe le nostre presentazioni entrando con il vassoio del caffè. Dietro di lei un'altra ragazza, insignificante al suo confronto, ne reggeva uno colmo di sandwich.
    Phiona, la chiamerò quando necessario, grazie – le disse Ralph congedandola.
    Gli accordi furono sottoscritti senza grosse variazioni dalle bozze originarie e in poco tempo l'affare poteva considerarsi concluso.
    Ralph Fenton era amichevole e i modi signorili antichi emergevano seppur mitigati dall'esigenza dei tempi moderni e Shah ne era affascinato.
    Tieni, questo consideralo un mio omaggio – gli disse Ralph allungandgli un foglio.
    Su di esso, poche righe stampate lo informavano in modo conciso chi era Phiona, incluso il suo indirizzo e numero di telefono.
    Ti chiedo solo una cosa : agisci secondo le regole. Niente trucchi, niente poteri. Conquistala come un uomo qualunque e ti lascerò la metà azionaria della mia società – gli propose Ralph
    E' una scommessa? Ti devo avvisare che io non gioco d'azzardo – ribadì Shah
    No, no, solo un gioco innocente. Ho finito da tempo di andare a caccia e da tempo non avevo l'occasione di confrontarmi con chi sa cosa vuol dire avere l'eternità a disposizione – sorrise
    Già anch'io...Phiona ha qualcosa di unico, mi ha catturato appena l'ho incontarata – ammise Shah
    Bene, ora le cose saranno più semplici. Forse. Mi farò sentire io, tu sarai troppo impegnato nelle prossime settimane – concluse ridendo
    Quando uscirono dall'ufficio Phiona era lì ad attenderli. Ralph Fenton finse un impegno urgente per congedarsi e chiedere nuovamente alla ragazza di accompagnare Shah all'elicottero.
    Sussurò alcuni ordini al capo della vigilanza e rientrò in ufficio chiudendo la porta dietro di sè.
    Nè Shah nè Phiona trovarono strano quando furono invitati a prendere l'ascensore anzichè le scale per salire sul tetto dove li attendeva l'elicottero.
    Ma l'immortale Shahrukh capì subito la mossa di Felton quando con un sussultò l'ascensore si bloccò fra i piani e le luci si spensero lasciandoli nella penombra di quella di emergenza.
    Oh mio dio, un black out! - commentò Phiona
    Ne è spaventata? - chiese Shah
    No per nulla, mi spiace per lei! Spero che il guasto non la faccia ritardare nei suoi impegni -
    Io non sono dispiaciuto affatto, invece – disse guardandola intensamente – Sono da solo con una bellissima donna prigioniero per chissà quanto tempo -
    Lei è un galantuomo – sorrise appena abbassando la testa perchè notasse meno il suo rossore
    E poi ho modo così di fare quello che desideravo fin da quando sono entrato in questo edificio e ti ho vista – sussurrò sospingendola contro la parete
    Cosa? - chiese Phiona incredula che lui ricambiasse ciò che anche lei provava
    Sentire il gusto di questo lucidalabbra che hai messo stamattina – avrebbe voluto dirle prima di baciarla ma secoli di esistenza gli avevano insegnato a moderare gli istinti.
    Chiederti qualcosa del tipo se lavori qui da molto e come descriveresti questa società – disse Shah
    Phiona lo osservò nel suo completo di sartoria blu notte, la camicia candida, la sottile cravatta. Era perfetto. Anche i capelli nel loro effetto bagnato, lo erano.
    Ma lo sguardo, quello invece era un abisso di mistero e potere. Fu allora che lo riconobbe.
    Fin da quando era piccola, nonna Amelie le aveva insegnato come riconoscerli e come "tenerli a bada". Un altro immortale. Proprio come il suo capo, mr. Felton. Chissà se invece lui aveva capito chi fosse lei.
    Gli sorrise appena, mentre prima di rispondere, chiuse la sua mente per evitare che lui ci guardasse dentro.
    - Un'ottima società, io ci lavoro da anni e ne sono molto felice e soddisfatta. Credo potrà crescere ancora e molto, sopratutto se l'affare con lei andrà a buon fine -
    Shah l'ascoltò osservandola. L'apparenza gli mostrava una giovane impiegata timida e gentile ma averla così vicina gli rivelavala realtà di una donna determinata, con un'aura potente di difesa e protezione che gli impediva di scoprire i segreti della sua mente.
    Con chi aveva veramente a che fare? Non era un'immortale, ne era certo. Felton doveva saperlo, gli aveva lanciato quella sfida con troppa faciltà.
    Ma lui quella sfida l'avrebbe vinta, a qualunque costo.
     
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